L'autore con il campione del mondo di immersioni in apnea Enzo Maiorca
Maiorca: l’idolo del Presidente

La mia telecronaca della annuale Festa della Marina alla presenza del Capo dello Stato si era appena conclusa. Nel corso della cerimonia, il rituale di un riconoscimento a una personalità distintasi nella difesa di valori legati al mare e ai suoi protagonisti si era realizzato con la consegna di una onorificenza a Enzo Maiorca. Mentre i reparti in divisa lasciavano le formazioni e i fischietti dei nostromi liberavano gli equipaggi delle navi schierate, gli ufficiali dello Stato Maggiore con strette di mano e sorrisi rilassati rispondevano ai complimenti per la riuscita della cerimonia.

Mi stavo intrattenendo con il mio amico Enzo quando si intromise tra noi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il quale, incedendo lentamente con Maiorca, dopo aver posato confidenzialmente una mano sulla sua spalla, udii confidargli: “Caro Maiorca, ma lo sa che lei è stato sempre il mio idolo?”
Ho scelto questo piccolo aneddoto per descrivere Enzo Maiorca perché credo che ancor più delle sue mirabolanti imprese sportive con i record mondiali di immersioni in apnea, aiuti a comprendere il fascino e i valori dell’uomo, prima di quelli del pure immenso campione che fu.

Ho avuto la fortuna di seguire da giornalista molte delle sue imprese, riuscendo a coniugare il dovere professionale con la mia passione per il mare. Fu così che la consuetudine divenne dapprima confidenza e poi amicizia, con lui e con la sua calda famiglia formata dalle figlie Patrizia e Rossana, campionesse subacquee anch’esse, dalla moglie Maria e da una pletora di generi, nipoti e amici che lo amavano e seguivano da una vita.
Quando il passare degli anni e il destino (terribile il suo, con la morte dell’amata Rossana) dilatarono le occasioni d’incontro, installammo una speciale gara a chi dei due augurasse per primo il Buon Natale telefonico all’altro, altro campo sul quale lui vinceva spesso. Poi giunse un’altra grossa opportunità: la proiezione del film di Luc Besson “Le grand bleu”, sul suo dualismo con Jacques Mayol. Enzo Maiorca ne aveva impedito per 14 anni la proiezione in Italia querelando per diffamazione il regista francese, reo di aver tratteggiato una figura caricaturale nel personaggio di Enzo…Molinari interpretato dall’attore Jean Reno.

Dopo molti anni, Maiorca ottenne che fossero tagliate più diffamanti e consenti la proiezione del film. Giudicando però la pellicola ancora irritante, ottenni dal tg1 l’incarico di realizzare un Tv7 sulla vicenda. Enzo mi spiegò allora di essere comunque soddisfatto pe le scene r aver impedito quella che riteneva la narrazione più infamante del film: quando Molinari/Maiorca esige un lauto pagamento per tuffarsi e salvare un marinaio intrappolato in un peschereccio affondato.

“Capisci che una simile infamia non era accettabile per uno come me – mi disse – che ha sempre esaltato l’importanza della vita umana in mare?” Accettò altro: la caricatura di figlio di una terra di mafia; del divoratore di spaghetti serviti da una madre in scialle nero; di spaccone, contrapposto al nobile avversario francese Jacques Mayol. Piccolezze al confronto, tutti lo conoscevano, aveva spalle abbastanza larghe per infischiarsene.
Anni dopo però, parlando del suicidio di Mayol si commosse, confessandomi che la presunta rivalità gonfiata dalla stampa offuscava in realtà un rapporto di amichevole antagonismo che rimpiangeva. Enzo Maiorca, un Uomo.

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